martedì 27 marzo 2018

Intervista alla professoressa Lidia Vignola per giornale di classe
<<Durante la giornata della legalità abbiamo assistito ad un intervento della prof.ssa Vignola che è Direttore dell’Osservatorio Internazionale Archeomafia e del Dipartimento Educazione di Patrimonio Culturale del Centro Studi Criminologici. Dopo il suo intervento l’abbiamo intervistata.>>
In che consiste il suo lavoro?
<<Io sono un’archeologa e mi occupo di archeomafia, il traffico illecito di reperti archeologici perpetrato da organizzazioni criminali.>>
Ha avuto questa passione sin da piccola?
<<Si, di archeologa>>
Svolgendo il suo lavoro ha avuto modo di collaborare con la polizia? Qual è il caso più importante a cui ha mai lavorato?
<<Si, perché con il mio lavoro di archeologa sono purtroppo venuta a contatto con il fenomeno archeomafia. Collaboro sia con i carabinieri che con il centro studi criminologici di Viterbo, il caso più significativo è stato operare nella zona di Ercolano che è una zona ad alto rischio criminale.>>
Com’è nata l’idea di scrivere un libro?
<<Come archeologa mi occupo di recuperare, proteggere e divulgare la memoria storica dell’umanità e quindi ho sentito come dovere sensibilizzare l’opinione pubblica anche su questi argomenti.>>
Cosa si sente di dire ai giovani?
<<Di non voltarsi mai dall’altra parte perché chi depreda il loro passato ruba anche il loro futuro.>>
Andrea Centore 2B
Ciro Cicchella 2B



TAGLIO MEDIO PER GIORNALE DI CLASSE

Il grande maestro Brillantino
Il 29 gennaio 2018 è venuto a mancare il grande maestro di boxe Domenico Brillantino.
Il maestro Brillantino era un grande esempio per i giovani delle provincie casertane, ma anche di altri paesi fuori dalla Campania. Insegnava boxe nella palestra Excelsius a Marcianise ed è stato un punto di riferimento per i ragazzi che frequentavano brutte compagnie e per le loro famiglie. Il maestro li aiutava ad uscire fuori da brutti giri, e essere persone comuni. Cercava di insegnare ai ragazzi la magia della boxe con un modo suo, semplice e divertente, ma allo stesso tempo impegnativo, in modo che i ragazzi imparassero il valore dell'impegno. Il maestro Brillantino trattava i suoi allievi come figli e li sosteneva sempre, nei momenti belli come gli incontri e nei momenti difficili, quando li incoraggiava a non perdere fiducia in se stessi,
Mi ricordo la prima volta che mi sono iscritto alla sua palestra, nei primi allenamenti mi diceva di tirare pugni più forti al sacco e quando facevo il vuoto allo specchio mi diceva che il riflesso mio nello specchio era il mio avversario e mi diceva di schivare i colpi che tiravo. La prima volta non capii, ma poi ho compreso che l'avversario non era quello con cui combattevo, ma ero io. Nel primo incontro mi disse "se non c'è la fai , non lo fare", ma io per rispetto verso di lui che mi aveva allenato per due settimane  non ho mollato. Grazie ai suoi incoraggiamenti ho vinto con il vantaggio di 3 punti.
Il maestro Brillantino è stato il miglior maestro di tutta la mia vita, di sicuro non incontrerò un altro come lui. Nella sua vita ha avuto offerte per allenare ragazzi a Los Angeles, Berlino, Philadelphia ed altri posti molto famosi, ma lui non voleva palestre piene di macchinari moderni, ma preferiva una palestra umile con pochi sacchi per i suoi allievi ,  perché il valore dello sport non stava nel denaro, ma nell'impegno.
Ci mancherai Mimmo.

MARCO CICALA E MANUEL GARGIULO
  2.B

Articolo di fondo per giornale di classe

Legalità
Il termine legalità deriva dal termine legge e quindi rispettare la legalità vuol dire rispettare le leggi. Ma come si rispetta la legalità? Come si rispettano le leggi?
Essere legali non vuol dire solamente non uccidere o non rubare, vuol dire anche tante altre cose che a noi sembrano scontate, ma a volte non lo sono. Ne sono esempi rispettare l’ambiente, rispettare la libertà degli altri, pagare le tasse, oppure buttare una carta nel invece che gettarla per terra, non fare troppo rumore la sera per rispettare il vicino.
Ma siamo sicuri di rispettare sempre la legalità?
Diciamoci la verità, tutti quanti, almeno in un’occasione, abbiamo trasgredito ad una regola, ad esempio i bambini a volte buttano le carte a terra, oppure agli adulti è capitato qualche volta di superare i limiti di velocità in auto. Questi sono alcuni esempi di infrazioni più banali. Ma azioni   illegali più significative sono quelle messe in atto dalle organizzazioni criminali che agiscono sui nostri territori in modo organizzato. Rispettare la legalità vuol dire anche lottare contro queste organizzazioni. Per essere legali bisogna, quindi, denunciare.
Contrastare le illegalità non è solo compito dei magistrati, polizotti, carabinieri, ma anche dei cittadini che ogni giorno si devono impegnare per stare meglio tra di loro e nel proprio ambiente.
Legalità vuol dire anche rispettare i diritti degli altri se si vuole che i propri vengano rispettati, inoltre prima di fare qualcosa di sbagliato bisogna sempre pensare ad eventuali conseguenze, perché è importante assumersi le proprie responsabilità.
Andrea Centore 2B
Ciro Cicchella 2B



RECENSIONE  “LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE”
“La mafia uccide solo d’estate” è un film che racconta in modo originale gli attentati mafiosi che sconvolsero la Sicilia tra gli anni 70 e 90. Arturo, ovvero il protagonista, è un bambino molto intelligente e dolce. Vive a Palermo in un periodo in cui domina la mafia per avere il controllo economico della città. La prima parola detta dal piccolo Arturo fu mafia, pronunciata precedentemente da fra Giacinto, un prete con stretti legami nei confronti dei mafiosi. Arturo è un grande fan della politica, in particolare di Giulio Andreotti. Esso diventa un modello da seguire. Un giorno Arturo vide in televisione un’intervista di Maurizio Costanzo che si dichiarava a sua moglie al cimitero, quindi decise di fare la stessa cosa alla sua amata che si trasferisce in Svizzera. Anni dopo, Arturo viene assunto da Jean Pierre come pianista. Durante il primo giorno di lavoro, è ospite nella trasmissione SALVO LIMA la cui assistente è proprio Flora. Arturo, stupito, dimentica le note della sigla e viene licenziato. Viene allora assunto come inviato speciale da Salvo Lima. A causa di un discorso da scrivere per Lima, litiga con Flora e viene licenziato. Giorni dopo, i due si rincontrano e, superati i rancori, si fidanzano e dalla loro unione, nasce un bambino che verrà educato dal padre a riconoscere il male e a combatterlo. Pif (il vero nome del protagonista), ha realizzato un film molto bello rendendolo divertente avendo una trama seria. E’ di genere drammatico ma allo stesso tempo romantico in quanto comprende una storia d’amore.

Bertenni Sofia e Costantino Sara. 2B
Articolo di apertura per giornale di classe

Giornata Della Legalità
Il giorno 19/03/2018 si è svolta, presso l’Istituto Comprensivo “Capol.d.d”, La Giornata Della Legalità, essa è finalizzata alla promozione della convivenza civile fra le persone, quindi il rispetto delle leggi.
Noi ragazzi, nelle settimane precedenti, abbiamo svolto vari lavori da esporre durante la manifestazione. Prima di iniziare le attività abbiamo dovuto capire in che cosa consistesse la legalità e dopo aver raccolto le idee, abbiamo iniziato il lavoro. Abbiamo preparato: cartelloni, poesie, canzoni e balli.
La manifestazione è iniziata alle 10:30 nella palestra della scuola con l'arrivo del sindaco per il suo discorso. Successivamente hanno ballato le Majorettes. Dopo la loro esibizione, noi alunni abbiamo esposto i nostri lavori, come poesie, riflessioni personali. Inoltre alcuni alunni delle seconde hanno letto gli atti del processo che fu tenuto in seguito alla morte del giornalista napoletano Giancarlo Siani. In seguito, c'è stato un intervallo musicale: due ragazzi della 2C hanno cantato “Non Mi Avete Fatto Niente” e “Esseri Umani”. Poi, alcune classi hanno rappresentato delle drammatizzazioni contro la mafia. Inoltre, è giunta la criminologa Lidia Vignola che ha scritto un libro “La Memoria Del Fuoco” contro la mafia e ce ne voleva parlare; le sue parole ci hanno colpito e fatto riflettere molto, perché ci ha incoraggiato a non farci intimidire e a reagire alle ingiustizie. Per concludere la giornata, le classi terze, hanno preparato un flash-mob sulla legalità, rappresentato sulle note di “Una Vita In Vacanza”. Infine, tutte le classi con i loro lavori, sono state fotografate. A conclusione della giornata, le Majorette hanno ballato nuovamente e poi siamo saliti al piano di sopra per ascoltare dei brani dell'Orchestra Mazzini. Con il discorso finale della Preside si è conclusa definitivamente la giornata, e gli alunni sono ritornati nelle proprie classi per proseguire le lezioni.
Questa giornata è stata molto bella e ci è servita per riflettere su episodi di mafia osi accaduti in passato che non vanno mai dimenticati.


Francesca Sarrubbo 2B
 Angela Di Vico 2B

Le novelle di Boccaccio



Recensione del libro: "Peppino Impastato, una voce libera"

A marzo, il mese della legalità, durante le ore di italiano è stato letto il
libro: "Peppino Impastato, una voce libera".
Il protagonista del libro è Totò, un dodicenne siciliano, che entra in
contatto con la mafia. All'epoca, in Sicilia, non si parlava mai di mafia, anzi,si negava la sua esistenza. Il primo capitolo narra di un matrimonio a cuivpartecipa anche Totò e la sua famiglia. Durante il matrimonio arrivarono degli uomini e al loro arrivo tutta la sala si zittì. Uno degli uomini disse che aveva portato al padre dello sposo un  regalo: una cravatta, ma doveva stare attento a non strozzarsi. Maria e Michele, i cugini più grandi di Totò, gli spiegarono che quella era una metafora e che gli uomini erano dei mafiosi. Maria chiese al cameriere se avesse una radio, lui annuì e ne prese una. Girando la manopola la radio si sintonizzò su "Onda Pazza" una trasmissione di "Radio Aut".
Da questo episodio Totò cominciò ad entrare in contatto con il
Peppino Impastato che gli fece aprire gli occhi sulla realtà della mafia.
Totò era un ragazzo molto curioso e questa curiosità lo spingeva spesso a
Fare domande al padre sull'argomento "mafia" ma il padre rispondeva
spesso in modo vago e a volte si infastidiva. ll ragazzo, anche senza il
consenso del padre, andava spesso al circolo  fondato da Impastato perché vuol sapere sempre più sull’argomento, era chiamato dai membri del circolo “membro giovane”. Peppino Impastato    spiega, a modo suo, a Totò perché non si parla di mafia.
Consiglierei di leggere questo libro perché è adatto ai ragazzi, coinvolgente e ti viene voglia di leggerlo tutto ad un fiato.